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FILANGIERI - LUCREZIO

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01 INCIPIT
Incipit latina schola in 1960
Aree tematiche
Dal Testo “La Scienza della Legislazione” di Gaetano Filangieri.
 
Introduzione
Quali sono i soli oggetti, che hanno fino a questi ultimi tempi occupati i sovrani di Europa?
Un arsenale formidabile, un' artiglieria numerosa, una truppa ben agguerrita. Tutti i calcoli, che si sono esaminati alla presenza de' principi, non sono stati diretti che alla soluzione d'un solo problema: trovar la maniera di uccidere più uomini nel minor tempo possibile. Si è proposta per oggetto di premio la scoverta d'una evoluzione più micidiale.
Non si è pensato a premiare l' agricoltore, che ha tirati due solchi nel mentre che gli altri non ne tirano che un solo: ma si è raddoppiato il soldo all' artigliere, che ha avuta l'arte di caricare un cannone fra lo spazio di quattro secondi.
 
Noi ci siamo addestrati tanto in un mestiere così distruttore, che noi siamo in istato di distruggere ventimila uomini fra lo spazio di pochi minuti. La perfezione dell' arte la più funesta all' umanità ci fa vedere senza dubbio un vizio nel sistema universale de' governi. È più d'un mezzo secolo, che la filosofia declama contro questa mania militare, è più d'un mezzo secolo che i filosofi si affaticano per richiamare le mire de' principi agli oggetti più utili; e dopo Montesquieu, non ci è stato scrittore che non abbia intimata agli uomini la necessità d'una riforma nella legislazione: Quasi tutti gli scrittori d' un secolo, dice un grand'uomo, poeti, oratori e filosofi, sono trascinati e ristretti da ciò che li circonda.
 
La natura in ogni epoca imprime, per così dire, il medesimo suggello a tutte le anime, e i medesimi oggetti ispirano loro le medesime idee. La legislazione è oggi questo oggetto comune di coloro che pensano. Gli errori della giurisprudenza ci circondano : ogni scrittore procura di rilevarli, e da un'estremità dell' Europa all' altra non si sente altro che una voce, la quale ci dice che le leggi del Lazio non giovano più all' Europa.
 
Queste tante voci riunite, questo strepito universale, questo grido della ragione e della filosofia è finalmente giunto fino ai troni.
 
La scena si è mutata, ed i prìncipi han cominciato a conoscere che la vita e la tranquillità degli uomini merita maggior rispetto; che ci è un altro mezzo indipendente dalla forza e dalle armi, per giugnere alla grandezza; che le buone leggi sono l'unico sostegno della felicità nazionale; che la bontà delle leggi è inseparabile dall' uniformità, e che questa uniformità non si può ritrovare in una legislazione, fatta tra lo spazio di ventidue secoli, emanata da diversi legislatori, in diversi governi, a nazioni diverse, e che partecipa di tutta la grandezza de' Romani e di tutta la barbarie de' Longobardi.
 
Si sarebbe senza dubbio dato un gran passo nello spazio della felicità de' popoli, dimostrando solo ai sovrani, che la legislazione merita una riforma. Ma si è anche dato un altro passo che più c'interessa: si sono tolti gli ostacoli . Il popolo non è più schiavo, ed i nobili non ne sono più i tiranni. Il dispotismo ha bandita nella più gran parte dell' Europa l'anarchia feudale, ed i costumi hanno indebolito il dispotismo. Se prima non si urtava la gran macchina de' feudi, niuna riforma utile era da sperarsi nelle leggi. Nel mentre che la più gran parte del genere umano era la più avvilita; nel mentre che tutti i dritti erano incerti, che la spada teneva il luogo della giustizia, che le  oppressioni regnavano da per tutto, perché coloro che dovevano ubbidire alle leggi, erano più forti di colui che l'emanava; nel mentre che gli odii inevitabili tra vicini gelosi e deboli, mettevano da per tutto gli argini, ed impedivano la comunicazione; nel mentre che ogni città, ogni paese era separato, come si sarebbe mai potuto intraprendere una riforma nelle leggi ? come maneggiare tanti interessi opposti ? chi avrebbe ardito fra le tenebre d'un governo militare, superstizioso e feroce di mirare un oggetto così complicato ? chi avrebbe potuto combinare tanti rapporti? I re privi della maggior parte delle loro prerogative erano troppo deboli per sostenerla. I nobili, che avevano rotto quel nodo che gli univa allo Stato, erano troppo potenti per soffrire una riforma che doveva prima d' ogni altro cadere sui diritti che si erano usurpati : e il resto de' cittadini degradato ed avvilito era troppo ignorante per ispirarla e per dirigerla.
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 Nota : Principio della legislazione si può calcolare dall'anno 303 di Roma, allorché furono emanate le leggi delle XII Tavole .
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 È cosa strana : fra tanti scrittori che si sono consacrati allo studio delle leggi, chi ha trattata questa materia da solo giureconsulto, chi da filologo, chi anche da politico, ma non prendendo di mira che una sola parte di questo immenso edificio; chi, come Montesquieu, ha ragionato piuttosto sopra quello che si è fatto, che sopra quello che si dovrebbe fare; ma niuno ci ha dato ancora un sistema compiuto e ragionato di legislazione, niuno ha ancora ridotta questa materia ad una scienza sicura ed ordinata, unendo i mezzi alle regole, e la teoria alla pratica.
Questo è quello che io intraprendo di fare in quest' opera che ha per titolo : La Scienza della Legislazione.
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 Quest' opera sarà divisa in sette libri. Nel primo libro si esporranno le regole generali della scienza legislativa; nel secondo si parlerà delle leggi politiche ed economiche; nel terzo si parlerà delle leggi criminali; nel quarto libro si svilupperà quella parte della scienza legislativa che riguarda l'educazione, i costumi e l'istruzione pubblica; nel quinto libro si parlerà delle leggi che riguardano la religione; nel sesto di quelle che riguardano la proprietà; nel settimo ed ultimo libro finalmente si parlerà di quelle leggi che riguardano la patria potestà, ed il buon ordine delle famiglie. La moltiplicità degli oggetti, che riguarda quest' opera, mi obbliga a premetterne un piano.
 Questa sarà una dipintura complicata, nella quale le figure saranno piccolissime, ma distinte.
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PIANO RAGIONATO DELL' OPERA.
In ogni facoltà bisogna premettere alcuni dati che sono come la base dell' edificio che si vuole innalzare.
CONSERVAZIONE E TRANQUILLITÀ.
Questo è il primo dato, e questo, e non altro, è l'oggetto unico ed universale della scienza della legislazione.
Da' semplici principii della riunione degli uomini, e dalla natura istessa dell' uomo noi dedurremo questa verità preliminare che nella scienza del governo è quel punto, al quale debbono andare a finire tutti i raggi che si vogliono tirare dalla circonferenza del cerchio.
 
Ma l'uomo non può conservarsi senza mezzi , né può esser tranquillo, se non è sicuro di non poter essere molestato. Possibilità dunque d'esistere, e d'esistere con agio; libertà d' accrescere, migliorare e conservare la sua proprietà; facilità nell' acquisto de' generi necessari o utili pel comodo della vita; confidenza nel governo; confidenza ne' magistrati; confidenza negli altri cittadini; sicurezza di non poter esser turbato operando secondo il dettame delle leggi : questi sono i risultati del principio universale della conservazione e della tranquillità.
Ogni parte della legislazione deve dunque corrispondere ad uno di questi risultati.
Ogni legge che non reca alla società uno di questi beneficii è dunque inutile.
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Non si dovranno maravigliare coloro che leggeranno questo libro, se vedranno trattati alcuni di questi oggetti, dopo che l'autore dello Spirito delle Leggi ne ha così diffusamente parlato. Quando essi perverranno a questa parte della mia opera, si avvedranno che lo scopo che io mi propongo è tutto diverso da quello di quest' autore.
Montesquieu cerca in questi rapporti lo spirito delle leggi, ed io vi cerco le regole.
Egli procura di trovare in essi la ragione di quello che si è fatto, ed io procuro di dedurne le regole di quello che si deve fare.
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